Campo progressista contro populismi

Oscar Buonamano

Il governo presieduto da Mario Draghi e che il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, aveva voluto per far uscire il nostro Paese dall’impasse in cui era precipitato, non c’è più.

Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, ne hanno decretato la fine. Ovvero Movimento 5 Stelle, Lega Salvini Premier e Forza Italia.

Questa è la cruda verità dei fatti che il voto del Parlamento italiano racconta.

Inizia oggi la campagna elettorale che porterà l’Italia alle urne nel mese di ottobre, presumibilmente la prima o la seconda settimana di ottobre.

La destra si presenterà compatta agli elettori con il partito di Giorgia Meloni, ad oggi, primo nei sondaggi. Il campo largo ipotizzato da Enrico Letta, segretario del Partito Democratico, non c’è più.

Poco più di due mesi campagna elettorale, gli ultimi giorni di luglio, agosto e settembre, cosa ci possiamo aspettare? Tra quali proposte politiche potremo scegliere?

Questa volta non è in palio solo il governo del Paese, ma molto di più.

È in corso una guerra in Europa, conviviamo con una crisi climatica e non siamo in grado di capire cosa ci aspetta nell’immediato futuro, la democrazia vive un momento complesso in tutto il mondo e gli Stati Uniti d’America ne sono la cartina al tornasole.

Temi che travalicano i problemi pur gravi di cui soffre il nostro Paese e che necessitano di risposte certe, durature nel tempo e veloci.

E se la destra è chiara nei suoi propositi, ieri in Parlamento il senatore leghista, in risposta all’intervento del presidente del Consiglio, parlava di aumento degli sbarchi degli immigrati, ovvero possiamo ipotizzare gli argomenti che utilizzerà in campagna elettorale, il centro sinistra è un’incognita da questo punto di vista.

Con la fine del campo largo, come ha decretato anche il segretario del Partito Democratico, c’è la necessità di definire il perimetro della compagine elettorale e gli obiettivi, il programma.

Avremo in campo uno schieramento, il centro destra a vocazione e maggioranza populista, che parte in vantaggio sia rispetto ai sondaggi sia rispetto ad una definizione del perimetro di agibilità politica, al quale si dovrà contrapporre un campo progressista.

Progressisti contro populisti.

C’è la necessità di costruire una proposta politica radicale e di parte sulle questioni vitali per il futuro democratico ed economico in Italia e in Europa.

Una proposta che sia comprensibile e netta sulla guerra in atto e sulla crisi climatica. Sulle questioni sociali che in autunno saranno sul tavolo di chi governerà così come sull’inflazione.

Per fare questo serve un campo progressista, non largo.

Un campo in cui il collante sia l’ancoraggio alla democrazia e all’Europa, contro ogni forma di populismo. Servono proposte economiche che tengano insieme la crescita e abbia cura della maggioranza delle persone che vive con grande difficoltà il presente. Serve chiarezza e presa di posizione sui diritti delle persone.

Non c’è molto tempo a disposizione e, forse per una volta, questo non è un male.

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