Papa Francesco, il gesuita argentino Jorge Mario Bergoglio, è morto alle 7:35 di lunedì 21 aprile 2025. Il giorno successivo alla Pasqua di resurrezione, l’evento più importante della narrazione cristiana dei Vangeli e dei testi del Nuovo Testamento. Una data propizia.
Eletto Sommo Pontefice il 13 marzo 2013, il suo pontificato è durato 12 anni, 1 mese e 8 giorni.
Jorge Mario Bergoglio gesuita come Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano, uniti dall’attitudine, comune agli eredi di sant’Ignazio di Loyola, alla predicazione e all’insegnamento.
Dalla tensione verso la pace e l’integrazione razziale. Due uomini giusti che hanno affascinato e attratto i cattolici di tutto il mondo, ma anche i non credenti come me.
Ha scritto Carlo Maria Martini in un bel libro intitolato Sulla Giustizia, «Non ci può essere una vera giustizia senza una reale cultura di pace, di accoglienza, di integrazione razziale; non ci può essere pace senza un nuovo ordine economico e sociale, più rispettoso del primato dell’uomo […] è urgente riproporre e vivere il primato della politica, ristabilire cioè quella forte connessione tra economia e politica che spesso, allo stato attuale, si è spezzata».
Concetti comuni a Papa Francesco. Cultura della pace, attenzione nei confronti dei migranti e dell’integrazione razziale e sguardo rivolto prevalentemente ai poveri la dimensione etica di Papa Francesco.
In quel capolavoro politico che è Laudato Si’, (Lettera enciclica del 24 maggio 2015) il gesuita che diventò Papa, ha scritto un manifesto sociale e ambientalista che travalica la mera denuncia dei problemi ambientali. Va oltre e ci ricorda che la crisi ambientale è, in qualche misura, una conseguenza delle disuguaglianze sociali, economiche e politiche. Un manifesto sociale e ambientale, dunque politico, che propone un’ecologia integrale. Di come ogni processo che riguarda gli esseri i viventi sia collegato al processo successivo e così via in un movimento circolare virtuoso che tiene in equilibro il nostro ecosistema.
«Stentiamo a riconoscere che il funzionamento degli ecosistemi naturali è esemplare: le piante sintetizzano sostanze nutritive che alimentano gli erbivori; questi a loro volta alimentano i carnivori, che forniscono importanti quantità di rifiuti organici, i quali danno luogo a una nuova generazione di vegetali […] Poiché tutte le creature sono connesse tra loro, di ognuna dev’essere riconosciuto il valore con affetto e ammirazione, e tutti noi esseri creati abbiamo bisogno gli uni degli altri…».
Un circolo virtuoso che può garantire la nostra sopravvivenza sul Pianeta. A questo si aggiunge la riflessione che lega lo sviluppo e la vita degli esseri viventi con l’azione che l’uomo esercita sull’uomo e su tutto il resto.
«L’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme, e non potremo affrontare adeguatamente il degrado ambientale, se non prestiamo attenzione alle cause che hanno attinenza con il degrado umano e sociale…».
In questo suo pensiero c’è piena sintonia con i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite che fanno parte dell’Agenda 2030 che nei primi sei obiettivi da raggiungere non pone questioni legate all’ambiente in senso stretto, ma l’attenzione alla persona umana, proprio come il Papa venuto dalla fine del mondo.
Sconfiggere la povertà, sconfiggere la fame, salute e benessere, istruzione di qualità, parità di genere, acqua pulita e servizi igienico-sanitari.
Sempre nell’enciclica Laudato Si’, due ammonimenti che alla luce della nuova governance degli Stati Uniti d’America suonano oggi come profetici.
«Si rende indispensabile creare un sistema normativo che includa limiti inviolabili e assicuri la protezione degli ecosistemi, prima che le nuove forme di potere derivate dal paradigma tecno-economico finiscano per distruggere non solo la politica ma anche la libertà e la giustizia […] Il paradigma tecnocratico tende ad esercitare il proprio dominio anche sull’economia e sulla politica. L’economia assume ogni sviluppo tecnologico in funzione del profitto, senza prestare attenzione a eventuali conseguenze negative per l’essere umano. La finanza soffoca l’economia reale. Non si è imparata la lezione della crisi finanziaria…».
Concetti che con Donald Trump al timone della più grande democrazia del mondo sono priorità per chiunque abbia a cuore la sorte della persona umana. Degli ultimi tra gli ultimi. Dei migranti. Delle persone umane.
Papa Francesco, Jorge Mario Bergoglio, al pari dei più grandi pensatori del nostro tempo e di tutti i tempi, ci ha aiutato a comprendere meglio il mondo attorno a noi. A comprendere come ogni singolo essere vivente sia collegato al suo vicino e come tutti siamo dipendenti gli uni dagli altri.
«Tutto è connesso. Se l’essere umano si dichiara autonomo dalla realtà e si costituisce dominatore assoluto, la stessa base della sua esistenza si sgretola…».
Ci ha insegnato che siamo un’unica, grande, famiglia umana. Senza distinzioni di sesso, razza e religione e che siamo utili e indispensabili gli uni per gli altri. La sua lezione è stata preziosa e sarà utile a molte generazioni. Ci dice che un mondo migliore è possibile e che per averlo dobbiamo lottare e batterci senza risparmiarci.
È stato un grande uomo. Un uomo giusto. Per queste ragioni lo piango e lo rimpiango.