Il Paese è più avanti

Oscar Buonamano

Il voto sul ddl Zan racconta di un Parlamento, fortemente, ancorato a destra.

È finita con 154 voti a favore, 131 contrari e 2 astenuti, un voto che affossa il disegno di legge contro l’omotransfobia che ha mutuato il suo nome da Alessandro Zan, deputato del Partito Democratico che ne è stato il primo firmatario.

Un percorso parlamentare che ha trovato il suo epilogo oggi in Senato e costruito da Lega e Fratelli d’Italia con l’appoggio di Forza Italia che hanno proposto di saltare il voto sui singoli articoli e andare alla votazione finale: tagliola l’hanno chiamata.

Si è votato con il voto segreto e dunque non è dato sapere chi ha votato cosa, stando però alle dichiarazioni ufficiali si erano espressi per il sì, Forza Italia, Fratelli d’Italia e lega, per il no Partito Democratico, Leu, Movimento 5 Stelle, Italia Viva e Autonomie.

Sommando i voti i conti non tornano e dunque nello schieramento del no mancano 16 voti.

E dunque dopo la vittoria progressista alle recenti elezioni amministrative che avevano visto vincere, soprattutto nelle grandi aree urbane, le forze di centro sinistra, arriva oggi, dal Parlamento, un segnale che va esattamente nella direzione opposta.

In Europa sono 20 i Paesi che hanno una legislazione che include all’omotransfobia i crimini d’odio. Queste leggi, anche se con piccole differenze tra loro, puniscono le discriminazioni sull’orientamento sessuale e includono anche l’identità di genere.

Dopo il voto di oggi in Senato, l’Italia resta in compagnia di Bulgaria e Repubblica Ceca.

Dopo l’effluvio di parole spese all’indomani della vittoria alle elezioni amministrative da parte del Partito Democratico e, in qualche caso, dal Movimento 5 Stelle, ci si trova oggi in una situazione nuova e non si capisce, o almeno io non capisco, se è il Paese ad essere più avanti della politica o se il Palazzo prova a riprendere in mano le redini del gioco?

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