Appunti sulla sinistra

Giovanna Casadio

Non si sommano le mele con le pere, anche se mele e pere avrebbero potuto insieme soddisfare l’appetito degli elettori di sinistra e costituire una barriera all’ascesa delle destre. Lorenzo Pregliasco, fondatore dell’istituto di sondaggi YouTrend, è molto cauto sulle vicende del campo largo.

Dell’alleanza tra Pd e 5Stelle, pilastro del campo largo, si continua a parlare come della soluzione contro le destre imperanti, a dispetto del naufragio già avvenuto.

Si potranno rianimare, rifocillare, rilanciare i progressisti uniti?

Numeri alla mano Pd-Sinistra e +Europa insieme ai grillini di Giuseppe Conte avrebbero consentito di scrivere un’altra storia, non consegnando l’Italia al governo più a destra del post fascismo. Pregliasco, forte dei sondaggi e delle analisi, mette però in guardia sul meccanismo della somma: in compagnia del Pd, Conte non avrebbe tenuto il Movimento sopra la linea di galleggiamento e mietuto voti. Tuttavia, affrontando dossi, curve a gomito e vicoli ciechi del campo largo, e nonostante sia ormai chiara la competizione dei gialli per accaparrarsi i voti dei rossi, sempre là si torna.

Se la discussione è politicista, non se ne esce. Se è di ceto politico che continuiamo a parlare, succede come il vecchio detto insegna: «Quando ti sembra di avere toccato il fondo, continua a scavare». È quanto sta accadendo al Pd, che sempre i sondaggisti fotografano come fallato: in caduta di consensi. Mai come in queste settimane, dopo la sconfitta del centrosinistra (privato del centro di Calenda e Renzi in libera uscita e dei grillini) alle politiche del 25 settembre, l’orizzonte è povero di visione e di strategia.

Le analisi abbondano. Come in una perenne seduta di psicoanalisi collettiva, al dubbio «come mai siamo arrivati sin qua», la prima indicazione è: c’è da affrontare l’incertezza della nostra identità. Però la politica non è introspezione. Si parla per fortuna anche di idee.

Giuseppe Laterza, editore ed economista, ha posto una questione decisiva: vale la pena scommettere sulle comunità «basate su un progetto e aperte a tutti coloro che lo condividono: un tempo anche i partiti e i sindacati erano comunità di questo tipo». Francesco Piccolo, scrittore, invita a porsi la domanda: «Cosa sta succedendo nel Pd? Niente», ed è lo scandalo del niente che turba e risulta spaesante quanto più  «un gruppo dirigente formato da persone di valore, ha perso il rapporto con la realtà che c’è fuori dal Nazareno», sede del Pd.  E ancora le verità da smentire, secondo l’intellettuale Stefano Massini, sono il vero primo passo, perché rappresentano il riconoscimento delle distorsioni a cominciare dalla responsabilità diventata missione. «Per il suddetto ostentato spirito di responsabilità, il Pd si è trasformato nel portinaio sonnacchioso che dalla guardiola controlla e preserva il Palazzo: ha scritto su Repubblica».

Altro attore del progressismo è il M5Stelle, che si è di recente scoperto tale dopo un formidabile cambiamento di Dna: dal ribellismo del Vaffa al governismo con chi capita e ci sta, come fu all’epoca di Salvini, a «i veri progressisti siamo noi» che Conte ha inaugurato alla vigilia elettorale 2022.

Di Calenda e Renzi, alias Terzo Polo, non è pervenuta la direzione, a parte quella di tenersi le mani libere.

Eppure, molto si muove sulla via dei progressisti.

A Catania in ordine sparso un nuovo gruppo di dirigenti di sinistra da Aboubakar Soumahoro al dem Antonio Nicita hanno accompagnato sulle navi i medici e gli psicologi che hanno evitato la vergogna degli sbarchi selettivi: i gesti possono più delle parole.

Le mobilitazioni per l’ambiente e il clima attraversano l’Italia, come quelle studentesche e i comitati per la legalità, contro le discriminazioni e i diritti civili e del lavoro. Decine di manifestazioni sono in programma.

Un manifesto firmato da sindacati e associazioni contro la devolution à la carte che sta preparando il ministro degli Affari regionali, Roberto Calderoli, è stato sottoscritto da intellettuali, associazioni e dal comitato per la democrazia presieduto da Massimo Villone. Si trasformerà in una legge di iniziativa popolare con la barra dritta sulla Costituzione. Ma la raccomandazione è stata: no adesioni di partiti, né di personalità politiche.

La manifestazione nazionale della pace del 5 novembre scorso con 100 mila partecipanti ha raccolto i sindacati Cgil-Cisl e Uil e oltre 500 associazioni e reti di associazioni: un mondo progressista. Pd e 5Stelle c’erano con i loro leader. Però a contorno, defilati.

E ci sono gli sforzi degli insegnanti contro la dispersione scolastica e per una scuola che salvi i figli dei poveri, per dirla con don Milani. La fatica di chi si batte per una sanità di prossimità.  Le reti di welfare.

Insomma, la sinistra diffusa è viva e lotta. Cerca chi la rappresenti.


Sono interventi su questo stesso tema:
Oscar Buonamano, Costruire il campo dei progressisti, unire i riformisti, o che?
Gianfranco Viesti, Costruire un soggetto politico collettivo, radicato sui territori…

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