Europa

Pietro Greco

Questa volta la parola del nostro piccolo dizionario della scienza è Europa. Già sento le obiezioni: che c’entra l’Europa con la scienza? Con un dizionario scientifico, ancorché interdisciplinare? Be’, seguitemi e poi ne discutiamo.

Tutti gli storici della matematica sostengono che il primo matematico creativo europeo è stato Leonardo Pisano detto il Fibonacci. Molti altri sostengono che il primo scienziato naturale europeo è stato Federico II (ci torneremo presto). I due si incontrarono nel 1226 a Pisa. Ebbene, forzando un po’ (ma non troppo) le cose possiamo dire che fu lì, in quel momento, con quell’incontro, che nacque la scienza europea.

La scienza intesa in senso moderno è nata – come sostiene Lucio Russo, in un libro da rileggere, La rivoluzione dimenticata – la scienza è nata tra il IV e il III secolo a.C. nei regni ellenistici e, in particolare, ad Alessandria d’Egitto. Ricordiamo i nomi dei più famosi scienziati ellenistici: Euclide, Archimede, Eratostene, Ipparco

La scienza ellenistica tramontò con la conquista romana e venne a termine con l’assassinio di Ipazia, sempre ad Alessandria sette secoli dopo. Qualcosa di quell’originale sapere si diffuse poi in India e in Cina. Tra il VII e l’VIII secolo dopo Cristo l’Islam tradusse tutti i classici scientifici ellenistici non andati perduti e riprese il percorso con una certa originalità.

Fu solo a partire dal XII secolo che in Europa iniziò un’opera abbastanza sistematica di traduzione dall’arabo in latino dei classici ellenistici con novità introdotte dagli scienziati islamici. Il centro principale di traduzione fu Toledo, ma anche Palermo diede un importante contributo. Per dirne una, è solo nel 1120 che gli europei possono leggere in latino gli Elementi di Euclide, tradotti (maluccio) da Adelardo di Bath. Gli Elementi sono un’opera fondamentale di geometria che ancora oggi è studiata e che era stata scritta quasi un millennio e mezzo prima.

In breve, quella che noi oggi chiamiamo Europa è stata l’ultimo dei tre continenti connessi (Asia, Africa e appunto Europa) a conoscere la scienza.

Ma la nostra tesi è ancora più radicale. Furono quelle traduzioni – tra Toledo e Palermo – dei testi scientifici dall’arabo in latino che non solo hanno fatto nascere la scienza in Europa ma hanno consentito la nascita stessa dell’Europa.

Il motivo è presto detto. Lei, l’Europa, non è propriamente un continente. Non da un punto di vista geografico, almeno. È l’appendice piccola e più occidentale della grande Eurasia. È però un continente per motivi culturali: i popoli che abitano quell’appendice si sentono parte di un’entità a sé, parte di un continente appunto. Questo sentimento nasce, a detta di molti storici, proprio tra l’XI e il XII secolo. Certo in seguito a cambiamenti strutturali, il principale dei quali è la nascita (in Italia la rinascita) della città, come centro politico, sociale ed economico. Ma anche e soprattutto come centro culturale. Ben presto queste città vengono a costituire una rete cognitiva, grazie soprattutto alla nascita delle università: Bologna, Padova, Napoli, Parigi, Oxford e decine di altre in pochi decenni (non dimentichiamo la Scuole medica di Salerno, però).

Tutte queste università formano una rete per tre motivi: sono frequentate da studenti che si spostano da un capo all’altro del continente; danno lavoro a docenti che fanno lo stesso; vi si leggono gli stessi libri, ovvero si insegnano le stesse cose e i curricula sono praticamente identici.

Le università formano l’ossatura culturale dell’Europa. Le università formano il collante culturale dell’Europa nascente.

Già, ma cosa si insegna in queste università di particolarmente innovativo? La filosofia (per lo più di Aristotele) e la scienza degli ellenisti. Ne deriva che la scienza arriva sul territorio europeo (occidentale) e subito diventa la levatrice dell’Europa.

Nei secoli successivi il Vecchio Continente fonderà la sua leadership mondiale in termini culturali, economici e – ahinoi – anche militari proprio sulla scienza. L’ultima arrivata diventa prima. Diventa il continente della scienza. Almeno fino al disastro della lunga guerra civile novecentesca e dall’ascesa del nazifascismo.

Ecco perché non è possibile scrivere un dizionario dei termini scientifici allargato alla società senza parlare di Europa. L’Europa esiste grazie alla scienza e la scienza moderna ha avuto uno straordinario sviluppo grazie all’Europa.

Ora le cose stanno cambiando, ma questa storia non possiamo (non dobbiamo, noi europei) dimenticarla.


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