La Community Library della Fondazione Di Vagno

Annamaria Minunno

Racchiude un cumulo di emozioni, tenacia e determinazione I Granai del Sapere, la Community Library della Fondazione Di Vagno, inaugurata a Conversano negli ambienti del Monastero di San Benedetto. Una biblioteca di comunità attesa che segna il momento della ripartenza dopo un periodo cupo di distanziamento e impoverimento soprattutto culturale.

Con la prima cerimonia pubblica dopo mesi, ambienti lasciati in uno stato di semiabbandono per decenni, hanno rivisto la luce e fornito loro stessi luce a un futuro fatto di condivisione e bellezza.

«Questa trasformazione ha il valore della resistenza e del riscatto» ha detto l’architetta Annalisa Simone, che ha progettato la Community Library insieme gli ingegneri Sebastiano Mastrangelo e Sebastiano Polignano, nell’ambito del bando SMART-IN Puglia nel 2017, uno dei più innovativi bandi degli ultimi anni che ha messo insieme pubblico e privato e che ha restituito dignità non soltanto ai luoghi, ma anche alla loro funzione.

«Il nostro Paese e il Mezzogiorno in particolare – ha ricordato l’architetta – è costellato da capolavori architettonici che spesso si trovano in uno stato di semiabbandono e che molto spesso hanno una nuova funzione un po’ forzata. Quello che celebriamo oggi è riscatto perché una biblioteca non è fatta solamente di offerta di volumi o di capacità lavorativa di chi è all’interno, ma deve avere uno spazio fruibile da tutti, uno spazio aperto ai disabili e ai bambini, uno spazio che ti accolga quando stai studiando uno spazio che ti inviti a tornare».

Il progetto della Community Library, Granai del Sapere nel 2017 si classificò quinto su un totale di 160 progetti presentati. Chi deciderà di visitarla potrà godere di spazi luminosi, silenziosi, cerniera perfetta tra passato, presente e futuro.

Diciassette metri lineari di libreria a tutta altezza per ospitare oltre 15mila volumi, un grande salone con volta alta quasi sei metri, che costituisce la grande aula dei Granai della Comunità, mentre il secondo livello della libreria è servito da una lunga balconata alla quale si accede tramite una piccola scala a rampa diretta. La sala lettura con tavoli per la consultazione potrà ospitare fino a 25 persone.

Anche le antiche cellette delle monache sono state annesse alla biblioteca che è uno spazio multifunzionale e flessibile, con spazi di lettura, luoghi di incontri, seminari e conferenze.

I lavori diretti dall’architetto Vincenzo Locaputo, hanno permesso il recupero dell’edificio storico e l’esaltazione dei suoi caratteri stilistici, spaziali, architettonici basandosi su un progetto non invasivo, che prevedeva soprattutto sottrazione: «Abbiamo di fatto tolto le superfetazioni e le incrostazioni che si erano formate nel tempo – ha continuato Annalisa Simone – Abbiamo riportato in luce quello che era. Abbiamo raggiunto il miglioramento funzionale dell’intera area attraverso una revisione generale dell’involucro «da cielo a terra» un intervento su coperture, pavimenti rivestimenti, nuovi impianti nuovi bagni e poi nuove attrezzature, nuove scaffalature e luci. Sin dall’inizio – ha concluso – è stato quasi naturale immaginare questa nuova funzione all’interno di questo spazio. La riconversione era perfetta perché questo luogo gode di un orientamento visivo diretto e perfetto anche dal punto di vista dell’esposizione, con luce da mattina a sera. E poi questo spazio è permeato da un silenzio quasi ascetico, luogo perfetto per un luogo di studio e concentrazione».

La Community Library della Fondazione Di Vagno, che da ben 15 anni opera nel monastero, è frutto del lavoro di un gruppo di persone appassionate e ostinate e che sin dall’inizio ha perseguito un sogno trasformando la Fondazione Di Vagno nell’unico istituto di cultura del Sud riconosciuto dal Mibact, un istituto che ora ha un luogo degno per lavorare.

«Il nome della Community Library della Fondazione Di Vagno I Granai del Sapere non è stato scelto a caso. Il Sapere è un modo per conservare la nostra memoria – ha affermato il segretario generale della Fondazione Filippo Giannuzzi – e la memoria è necessaria perché è la nostra carta d’identità e perché sarà il nostro green pass per proiettarci verso il futuro. Questa Biblioteca, questa inaugurazione, è un nuovo avvio e un nuovo inizio. Non si chiude un ciclo ma è una evoluzione, una crescita ed è una nuova dimensione ed è un sogno coltivato per tanti anni diventato realtà. Viviamo questa coincidenza di poter ripartire insieme con la ripartenza post Covid di tutto il mondo, ed è sicuramente un ulteriore carico di responsabilità, ma anche la voglia di esserci e di essere presenti con l’attività di promozione culturale. Non vediamo l’ora di continuare a fare quello che abbiamo sempre fatto: promozione culturale tenendo in considerazione il rapporto con il territorio, calandoci in un contesto nazionale e in un contesto europeo e internazionale grazie alla rete che in questi anni siamo riusciti a mettere in piedi. Per la Fondazione è una vocazione – sostiene Giannuzzi – in fondo il primo network europeo è stato rappresentato dai monasteri benedettini. Non è un caso che San Benedetto sia protettore d’Europa e che il nome della biblioteca significhi accumulazione di conoscenza e di cibo per la mente, ma anche conservazione della memoria».

La memoria, altra grande protagonista dell’inaugurazione, perché è l’elemento che ci consente di migliorare il futuro, perché la memoria racconta chi siamo e ci insegna come valorizzare quello che sappiamo: «Un contenuto va promosso – ha affermato la presidente del Consiglio regionale pugliese, Loredana Capone, promotrice anni addietro del bando SMART_IN – Questo è l’obbiettivo della Community Library: fare diventare di comunità le nostre biblioteche. Se le condizioni sono agevoli e raccontano attraverso la bellezza il contenuto bello della cultura, quella comunità cresce. La Community Library fa parte di una strategia più complessa che non si esaurisce con la biblioteca. La biblioteca fa comunità, ma all’interno di quella comunità esiste un clima dinamico, in questo caso attraverso il Festival Lectorinfabula, attraverso le diverse iniziative fatte nel corso degli anni, che continuano a mettere Conversano al centro di una scena culturale nazionale e spesso internazionale. Quello che vediamo oggi – ha detto la presidente – è una piccola parte di successo del tanto lavoro fatto: dai tanti ragazzi, dai volontari che negli anni si sono dedicati alle iniziative della Fondazione, da tutti coloro che hanno trascritto, catalogato, archiviato. Questa è la comunità che legge. È una comunità attenta alla storia, al dialogo, attenta a non perdere quegli insegnamenti che vengono dalla nostra Costituzione e, prima ancora, dalla lotta di chi ha dedicato la sua vita a lottare per la libertà e per gli ideali socialisti di quella comunità. Quel 1921 significa per noi una grande sconfitta per la violenza che hanno subìto coloro che non si davano per vinti, ma significa anche la bandiera che dobbiamo tenere sempre aperta perché ognuno, in ogni luogo, possa dire: Io il mio l’ho fatto. Domani cercheremo di fare di più».

L’inaugurazione della Biblioteca di comunità della città di Conversano, rientra nell’anno del centenario dell’assassinio di Giuseppe Di Vagno, ed è la dimostrazione di quanto il Sud può fare riuscendo a realizzare opere pubbliche nei tempi dati, rispettando i cronoprogrammi e realizzando interventi di altissimo livello e di livello europeo.

«L’inaugurazione della Community Library di Conversano rappresenta un ulteriore tassello che si aggiunge concretamente alla strategia di valorizzazione del patrimonio culturale pubblico fortemente voluta dalla Regione Puglia – ha commentato Massimo Bray, assessore alla cultura e turismo della Regione Puglia – È nostro compito rendere le biblioteche uno dei fulcri strutturali della vita delle nostre comunità, rafforzando i legami sociali che si stringono attraverso il proliferare delle idee. Ad oggi, per mezzo di SMART-IN, sono già venticinque le Community Library consegnate nelle mani dei cittadini, e per altre novantasette a breve è prevista la cerimonia di apertura. Queste realtà, oltre a rappresentare un presidio culturale permanente, non solo sono in grado di riflettere i tratti identitari peculiari dei territori che le ospitano ma, al tempo stesso, sono strettamente sinergiche fra loro. Con l’evento odierno, grazie anche al forte impegno della Fondazione Di Vagno, abbiamo restituito alla stupenda città di Conversano il Monastero di San Benedetto. Un intervento – ha concluso l’assessore – che ha riqualificato un bene immobile di pregio storico e architettonico, rendendolo un polo di servizi partecipativo e inclusivo, destinato all’intera collettività. Una biblioteca di tutti e per tutti votata a fare da ponte tra valori consolidati e pulsioni innovative».

Un’apertura di cui si sentiva la necessità e ne è dimostrazione l’arrivo, nel pomeriggio dell’inaugurazione, di tre studenti prossimi ad un esame e felici di godere di stanze e ambienti, progettati appositamente per cittadini come loro. «Questo luogo è stato restaurato, riqualificato, valorizzato, per realizzare l’obiettivo costituzionale della valorizzazione del patrimonio culturale che significa solo una cosa: allargarne la fruizione il più possibile, innanzitutto ai cittadini. Significa – ha dichiarato Aldo Patruno, direttore del dipartimento turismo economia della cultura e valorizzazione del territorio della Regione Puglia – che questo luogo andrà completato in maniera integrata e al servizio della comunità. Una comunità che non appartiene più solo a Conversano perché oggi tutto questo fa parte di una rete. La coincidenza di questo momento con il centenario dell’assassinio di Di Vagno non è casuale. Quando il programma del centenario è stato immaginato, è stato sottolineato che non sarebbe stata una mera celebrazione dell’anniversario, ma sarebbe stato nella logica dei granai del sapere, la prosecuzione di quel progetto che ha al centro la necessità di fare i conti con la memoria rispetto alla quale spesso siamo smemorati. Perché abbassare il livello del dibattito serve anche a rimuovere la memoria e invece la coincidenza restituisce vita a Di Vagno e soprattutto agli ideali per i quali Di Vagno è morto: libertà e democrazia che passano inevitabilmente attraverso l’estensione della cultura e della conoscenza a tutti, perché chi non sa non conosce non è libero e se non si è liberi non si è in democrazia».

«L’apertura al pubblico della Community Library – ha sostenuto il Presidente della Fondazione Gianvito Mastroleo – è la conclusione di un percorso di riflessione interna alla Fondazione Di Vagno circa il destino della sua peculiare Biblioteca, la sinergia finalmente possibile tra Biblioteca e Archivio storico, e il rapporto tra la stessa Fondazione e le Istituzioni (Comune di Conversano e Regione Puglia), che hanno consentito di restituire il Monastero di San Benedetto, chiuso fino al 2003, a luogo di Cultura, come nei secolari suoi tempi migliori. È una best practice di cui beneficeranno in primo luogo gli utenti e la città, e per questo consideriamo l’evento come un nuovo inizio per la Fondazione, il terzo della sua ormai lunga storia. Questa Biblioteca ha cambiato identità: da luogo di prelievo di un libro, svolgerà la funzione di più adeguata connessione alle esigenze della società; diventerà spazio d’incontro e aggregazione, multifunzionale e multi servizi dove non solo ragazzi, ma smartworker e cittadini in cerca di iniziazione avranno un luogo tecnologicamente più avanzato e sicuro, più adeguato per incontrarsi, per studiare e/o lavorare insieme e per confrontarsi. Con pazienza e determinazione siamo riusciti a creare un super-luogo di identità e di memoria, dotato di moderne attrezzature tecnologiche e spazi a disposizione di studiosi di ogni età e generazione. Seguirà presto la programmazione, il più possibile partecipata e condivisa, all’interno del programma generale I Granai del Sapere, senza trascurare idee, suggerimenti, indicazioni del territorio e dell’utenza. Restiamo in debito con tante persone: ma verso il Comune di Conversano e la Regione Puglia avvertiamo gratitudine particolare, che sarà ripagata – ha concluso Mastroleo – con la determinazione, l’impegno, il senso del dovere, da sempre la cifra di tutti coloro che partecipano a questa meravigliosa avventura».

Il progetto prevede percorsi di fruizione finalizzati all’abbattimento delle barriere cognitive e sensoriali, oltre all’abbattimento delle barriere architettoniche. Gli utenti potranno contare sull’uso di un ascensore che condurrà al polo archivistico del Monastero, con assenza di qualsiasi cambio di quota del pavimento e le persone con disabilità visiva potranno raggiungere le postazioni con audio book.

«L’Amministrazione Comunale, con la Fondazione Di Vagno – ha affermato il sindaco di Conversano Giuseppe Lovascio – inaugura la Community Library I Granai del Sapere, situata nel complesso di San Benedetto, un gioiello incastonato nel nostro bellissimo centro storico. Sono doppiamente contento perché la città si riappropria di un’ala del Monastero e di un archivio librario di spiccata valenza che si pone al servizio della comunità. Il progetto, concepito nell’estate del 2017 in collaborazione con la Fondazione Di Vagno, è stato finanziato dalla Regione Puglia. La Community Library – ha continuato il sindaco – sarà un luogo dove arricchirsi, viaggiare verso nuovi saperi e perché no fermarsi anche per ritrovare se stessi, e rappresenterà sicuramente un faro acceso che contribuirà a donare nuova linfa alla crescita consapevole e culturale della nostra città».


Inaugurazione della Community Library della Fondazione "Giuseppe Di Vagno"
Inaugurazione della Community Library della Fondazione "Giuseppe Di Vagno"
Inaugurazione della Community Library della Fondazione "Giuseppe Di Vagno"
Inaugurazione della Community Library della Fondazione "Giuseppe Di Vagno"
Inaugurazione della Community Library della Fondazione "Giuseppe Di Vagno"
Inaugurazione della Community Library della Fondazione "Giuseppe Di Vagno"
Inaugurazione della Community Library della Fondazione "Giuseppe Di Vagno"
Inaugurazione della Community Library della Fondazione "Giuseppe Di Vagno"
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